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Primavera / Torino-Cittadella 2-1, Coppitelli: “Complimenti ai ragazzi”

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Giovanili / Le parole del tecnico granata al termine della sfida del Don Mosso
Lorenzo Bonansea

Al termine di Torino-Cittadella, il tecnico della Primavera granata Federico Coppitelli commenta così la prestazione: vittoria importante del Torino, che grazie al gol di Tobaldo è arrivato terzo in classifica e affronterà la semifinale play-off in casa.

"Questa partita è il simbolo della stagione. Complimenti ai ragazzi che sono arrivati terzi in un girone difficilissimo. Per noi questo è un anno zero: essere riusciti a fare risultati pari come Sassuolo ed Empoli, squadra già fatte e già formate, è motivo di soddisfazione. Un risultato arrivato con una partita, quella di oggi, di sofferenza. Ma questa squadra ci mette sempre il cuore. Nelle partite importanti, si è visto nel primo tempo, gestiamo non bene i momenti di tensione soprattutto quando siamo noi a dover fare la partita. All'inizio del secondo tempo abbiamo avuto le occasioni per chiuderla, poi il Cittadella ha fatto un gol al primo tiro, come sempre abbiamo questa qualità..."

"Abbiamo cambiato tante volte i titolari. Per tanti motivi: difficoltà con i fuoriquota che sono andati e venuti, Osei a gennaio se n'è andato e abbiamo preso Remacle che però ha avuto problemi di inserimento. Oggi comunque a difesa schierata loro non mi hanno mai dato l'impressione di essere pericolosi. Noi forse avremmo dovuto essere più calmi senza avere la frenesia di chiuderla. Poi ci ha fatto gol Fasolo, che è un giocatore della Prima Squadra. Comunque alla fine credo abbiamo meritato di vincere. Il Cittadella ha qualità e lo dimostra il fatto che nel girone di ritorno hanno portato a casa qualche vittoria importante".

Terzo posto in campionato, semifinale del Viareggio, in Coppa Italia eliminazione per mano dell'Entella che poi è arrivato in finale. Bilancio della stagione? E a questo punto cosa può succedere ai play-off?

"Io sono contento. Ho trovato un ambiente bello. Ringrazio i tifosi: mi è sembrato che sentissero la responsabilità di trasferirmi cosa vuol dire essere allenatore della Primavera. Sono contento del lavoro che è stato fatto. Si è chiuso un ciclo importante, quello di Longo, e ne è iniziato uno diverso. Nella squadra di oggi non ce n'era nessuno che si era affermato già nella categoria. L'anno prossimo sarà diverso: terremo tre fuoriquota che conosciamo e avremo i '99 come Buongiorno e Oukhadda che quest'anno hanno già giocato. Abbiamo fatto dei risultati che forse avrebbero potuto essere vissuti con più entusiasmo. Siamo terzi in campionato, abbiamo fatto un Viareggio importante, soprattutto, secondo me è stato sottolineato poco il lavoro che hanno fatto i ragazzi. Abbiamo una maglia importante. Posso dire che questo gruppo è migliorato e arrivare terzi in questo girone non è stato facile, visto il livello delle avversarie. A quest'annata do voto 8. La Juventus aveva dei valori che non centrano niente con le altre; alle loro spalle, un gruppo di avversarie sullo stesso livello: noi, Sassuolo, Empoli, Udinese, Chievo. Io sono contento perchè alcune di queste squadre avevano squadre già esperte e formate. Faccio i complimenti a chi c'era prima di me e alla società, perchè la squadra di quest'anno era formata in massima parte da giocatori cresciuti nel vivaio".

E adesso cosa può succedere ai play-off?

"Adesso ci godiamo quello che abbiamo fatto. Nel play-off ci sono solo partite a eliminazione diretta: siamo a due partite dalle Final Eight e ci vogliamo provare, consapevoli che sarà dura. Oggi sapevo che eravamo dentro anche pareggiando, ma al gol ho esultato tanto perchè il Torino doveva arrivare terzo e l'ha fatto. Adesso ci proviamo: ci confronteremo con squadre forti, ma siamo forti anche noi".

"Il nostro difetto è che, quando dobbiamo fare la partita e vincere, tendiamo a strafare e avere troppa frenesia. Adesso avremo partite difficili con avversarie di pari livello. Adesso tutto quello che facciamo è di guadagnato. Dobbiamo lavorare sulla testa dei ragazzi. Anche oggi ho visto una squadra che arrivava alla trequarti e poi non c'era nessuno che si prendeva la responsabilità di creare. E poi nel secondo tempo, quando siamo riusciti ad arrivare con continuità in zona gol, abbiamo sbagliato troppo. A quel punto devi indirizzarla. Comunque, le partite dei play-off vanno incontro alle nostre caratteristiche. Facciamo più fatica nelle partite che sappiamo di dover vincere a tutti i costi".

Il gol decisivo lo ha segnato Tobaldo: il 31 gennaio era quasi un giocatore del Genoa...

"Quest'anno non si sono mai create delle gerarchie definite. Il che può essere una debolezza. Ad esempio abbiamo avuto quattro centrali che si sono alternati: Rivoira, Auriletto, Buongiorno, Friedenlieb. Alla lunga però è stata una forza. Oggi chi è entrato, come Oukhadda, Bortoletti e Tobaldo, ha fatto bene. Ha giocato bene Luise che non giocava titolare da un po'. Peccato per l'infortunio di Traore, che è un giocatore importante. Su Tobaldo devo dire che io ci tenevo che rimanesse; lui è stato bravo a ritagliarsi il suo spazio. E oggi ha fatto un gol che può sembrare semplice ma non lo era. Tutto sommato, adesso affrontiamo i play-off e il fatto che gli avversari non sanno la nostra formazione titolare può essere una forza".

Ai play-off arriva il Verona.

"Una bella squadra, con giocatori importanti, che gioca un buon calcio. Ma ai play-off, ovviamente, tutte le squadre sono forti. Sinceramente sono contento di non trovare una squadra del nostro girone: perchè credo fosse particolarmente difficile. Incontrare il Sassuolo per la quarta volta, ad esempio, non sarebbe stato facile".

Sarai il primo allenatore del Torino Primavera al Filadelfia. Ci pensi?

"Qui ho trovato una società ben organizzata, una squadra da costruire, un ambiente che mi ha accolto straordinariamente. Va sottolineato quanto abbiamo fatto. L'anno prossimo certamente sarò tutto da rifare, a livello di risultati. Ma sono contento di quanto i tifosi mi hanno trasferito. Al Filadelfia entreremo nella storia, con il ritorno a casa nostra: sappiamo che dovremo proporre qualcosa di buono in un palcoscenico importante. E' giusto sentire il peso della storia: dovremo lavorare ancora più duramente per esserne all'altezza". 

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