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I tre messaggi di Miha: il mea culpa, l’appello, la filosofia del rischio

Editoriale / La conferenza stampa pre-Verona è stata ricca di significati: tra la debacle del derby e la voglia di rialzarsi contro il Verona

Gianluca Sartori

"Come sempre, Mihajlovic è stato un libro aperto, nella conferenza stampa di presentazione di Torino-Verona. Il tecnico granata ha utilizzato, come spesso fa, l'incontro con i media per esporre all'esterno messaggi chiari e precisi. Dalla costante assunzione di responsabilità alla richiesta ai tifosi del "Grande Torino" per il match di oggi, terminando con la sua interpretazione a mente fredda della debacle del derby, arricchita con considerazioni di carattere generale sulla filosofia di squadra che ha in mente.

"ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ - Come spesso è accaduto, il tecnico ha avuto l'apprezzabile intento di assumere su di sè tutte le responsabilità, senza giri di parole: il coraggio di metterci la faccia a Mihajlovic non è mai mancato, soprattutto quando - come è successo nel derby - alcuni errori vengono commessi proprio da lui. Ormai, il tecnico serbo è personaggio che conosciamo bene. Sincerità e schiettezza sono doti che non hanno mai fatto difetto, così come il fatto di non scappare mai dinanzi alle difficoltà.

"RICHIAMO AL PUBBLICO - "Se volete contestare qualcuno, contestate me: ma i giocatori vanno sostenuti". Raramente Mihajlovic chiede qualcosa al pubblico, ma è consapevole del fatto che sono i giocatori, con le loro prestazioni, a dover portare dalla propria parte i tifosi, scatenando il loro entusiasmo. Stavolta però con un messaggio chiaro, il tecnico ha espresso un vero e proprio appello al pubblico del Grande Torino. E' un riconoscimento implicito della delicatezza del momento che vive la sua squadra: oggi col Verona serve un solo risultato. Solo così le tossine del derby perso malamente verranno definitivamente debellate, impedendo loro di condizionare anche il resto della stagione.

"LA FILOSOFIA DEL RISCHIO - Mihajlovic ha poi tenuto a spiegare il suo punto di vista su quanto è successo all'Allianz Stadium. Il tecnico ha illustrato la filosofia con cui interpreta il calcio, che vorrebbe fosse condivisa anche dai suoi giocatori: il prendersi dei rischi, sempre e comunque. A maggior ragione se di fronte c'è una squadra più forte: "E' contro i forti che si deve gonfiare il petto, non contro i deboli". Un modo sicuramente affascinante di vedere il calcio e la vita: "Chi resta sempre seduto non cadrà mai, ma mai si alzerà in piedi". Anche le idee migliori, però, vanno calate nel contesto del momento: è giusto prendersi dei rischi, ma il rischio deve essere calcolato, altrimenti si può fare la figura dei dilettanti allo sbaraglio. Pur rispettando le idee del tecnico granata, manteniamo delle riserve su alcune sue scelte tecnico-tattiche. Ad esempio: giocare con un modulo a specchio contro una squadra più forte può essere controproducente, perché a fare la differenza possono essere i duelli individuali. E in partite come quelle contro la Juventus, occorre schierare giocatori pronti a dare battaglia: non elementi in chiaro ritardo come Niang. In ogni caso, per il Torino ciò che conta è riprendere la marcia. A partire da oggi, contro il Verona.