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CONTROCORRENTE

Il Toro non sa più vincere

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Controcorrente di Gino Strippoli – La forza del Bologna non è una giustificazione per il pareggio dei granata
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Quando la mediocrità si incolla su un qualsiasi cosa spesso quella cosa potrebbe assumere a brillantezza sebbene in realtà rimanga sempre una cosa mediocre. Questo è quello che sta succedendo al Torino che si sta accompagnando a risultati mediocri, con partire noiose, facendo perdere il gusto della bellezza del calcio. Infatti anche contro il Bologna non possono bastare una traversa, colpita da Sanabria, e un bel tiro di Ilic con parata strepitosa di Skorupski per godere di bellezza granata. Come diventa davvero impensabile, ma purtroppo succede, sentire commenti del tipo: “abbiamo però pareggiato contro il Bologna, quarto in classifica”. Davvero terribile sentire queste cose ed è drammatico che ci si stia  incanalando su questi versanti che hanno poco di storia granata.

Abituarsi  a non veder più vincere la propria squadra porta solamente all’abbandono di ideali nobili come la vittoria. Vincere per i tifosi, per la gloria calcistica, per la storia che la maglia rappresenta, ecco questa dovrebbe essere la filosofia di una squadra come il Toro e per ciò che ha rappresentato nel calcio italiano.

Invece l’abitudine di non saper più vincere ha creato l’illusione di vedere un pareggio come una vittoria, come un grande risultato. Il Bologna sceso al Grande Torino non ha impressionato ma non ha nemmeno spinto più di tanto, visto che un pareggio poteva andargli bene per la sua ottima classifica ed ha ottenuto un risultato positivo. Il Toro in 95 minuti ha  preso una traversa, un po’ di sfortuna ed è vero, e poi un tiro  di Ilic dove l’ultimo baluardo rossoblù ha compiuto la parata salva partita, ma i veri portieri esistono. Ma se poi vediamo la partita di questi due giocatori dopo questi eventi ci si accorge che hanno fatto poco e nulla. A ciò si può aggiungere che Zapata ha giocato male, ha sulla coscienza un occasione d’oro con tiro ritardato e rimpallato dal bravo Lucumì. Ricci ha fatto qualche vedere qualche vampata di grinta  nel primo tempo per poi scomparire senza incidere più di tanto. Chi ha fatto bene è stata ancora una volta la difesa granata ben capitanata da Buongiorno ma si sa che nel calcio i difensori non sono proprio degli inventori di gioco o dei goleador. Qualche guizzo lo hanno tentato sia Bellanova che Rodriguez, encomiabili, ma finisce lì!

Ad un certo punto della partita quando si poteva e si doveva osare , visto che il Bologna  non sembrava in perfetta condizione, nessuno dei granata sapeva cosa fare, solo passaggi orizzontali, senza un'invenzione, un'imbeccata in area per le punte, nessuno che si prendeva la briga di fare qualche iniziativa importante ma piuttosto tutti a scaricare su altri compagni la palla sembra bruciare.  Qui sta la mediocrità di questa squadra che si chiama Toro ma non è il Toro. Non c’è gioco, nessuno sa costruire un azione vera,  e spesso non si riescono a compiere tre passaggi di seguito.

Detto ciò quando poi vedi che il cambio di Sanabria è Pellegri e magari ci si immagina  una resurrezione del ragazzo con un gol negli ultimi minuti guardi attonito un’altra storia che dice che appena entrato fa un fallo quasi da ammonizione, poi perde un pallone e fa partire il contropiede del Bologna.

Insomma non ci si può accontentare di un pareggio perché vorrebbe dire adagiarsi in un limbo che non ha nulla a che vedere con la storia granata.

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