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Rampanti: “Il momento buio sta passando, lasciamo lavorare questo Torino”

Parola al Mister / Serino analizza così i temi di casa Toro dopo il pareggio interno contro il Cagliari

Gianluca Sartori

Il Torino pareggia contro il Cagliari confermando il momento particolare che sta vivendo ma dando al contempo dimostrazione di essere una squadra viva almeno dal punto di vista nervoso. Per provare a interpretare con lucidità la gara dell'Olimpico Grande Torino, in vista della gara di Roma contro la Lazio, abbiamo come sempre chiesto aiuto a Serino Rampanti, che nel nuovo appuntamento di "Parola al Mister" espone la sua visione sul momento che sta attraversando la squadra di Mazzarri.

Serino, le critiche si sprecano verso questo Torino. 

"La situazione in cui si è cacciata la squadra è critica, inutile nasconderlo, ma va vissuta in modo lucido. Innanzitutto credo sia inutile litigare tra tifosi, tra chi la pensa in un modo e chi in un altro. Ognuno è libero di pensarla come vuole, e insultare sul web nascondendosi dietro l'anonimato mi pare a dir poco scorretto. Per quanto mi riguarda, io sono sempre stato dalla parte di Mazzarri per la sua esperienza, le sue capacità e la sua dedizione al lavoro. Nonostante questo, quando ho visto qualcosa che non mi piaceva l'ho sempre sottolineato con coerenza e con spirito costruttivo, per rendersene conto basta andare a rileggersi tutti i nostri articoli". 

Come interpreti questo pareggio interno?

"La squadra sta cercando con molta fatica di uscire da questo periodo. Non è semplice, ti assicuro. Troppi problemi, già sottolineati nelle scorse settimane, si stanno rivelando di difficile risoluzione. Ma oggi è troppo facile criticare. Sono convinto che il Torino abbia un organico di buon valore, con buoni giocatori che devono solo riconquistare fiducia, fare nuovamente gruppo come lo scorso anno e riacquisire la consapevolezza che possono giocarsela con qualsiasi squadra del campionato italiano. A differenza di molti, credo che contro il Cagliari si siano palesati dei miglioramenti rispetto alla gara di Udine. In questo momento i sardi sono una signora squadra; il pareggio, avendo avuto anche qualche opportunità di segnare il secondo gol (dopo le modifiche apportate alla squadra dal tecnico nella ripresa), trovo che sia un risultato accettabile e molto utile al fine di riprendere il cammino verso l'uscita da questo periodo davvero complicato". 

Rinnovi dunque la tua fiducia a squadra e allenatore. 

"Credo semplicemente che una valutazione seria e compiuta sul loro lavoro si possa fare solo a fine girone di andata, momento che coinciderà con il mercato di gennaio, finestra in cui la società dovrà valutare se ritoccare la squadra con colpi in entrata ma anche se procedere con possibili cessioni di giocatori in teoria importanti. Più in generale, occorrerà valutare le cose fatte e quelle non fatte, analizzando dove si sono commessi degli errori, anche a livello societario. Le vicende relative a Petrachi e Nkoulou vanno metabolizzate bene per prevenire altri casi simili, evitando di farsi trovare nuovamente spiazzati in futuro". 

Da un paio di anni si dice che il Torino debba prendere esempio dall'Atalanta in molte cose. 

"Già. Non so come sia organizzato il Torino oggi a livello di rete osservatori. So che è stato assunto Omar Milanetto, non lo conosco personalmente ma nel Genoa aveva lavorato bene. C'è anche Marco Rizzieri, che era già al Torino nel settore giovanile. Ma mi chiedo se possono bastare due o tre figure per monitorare al meglio il panorama calcistico nazionale e internazionale. L'Atalanta ad esempio ha una rete capillare di osservatori e i risultati si vedono. Qualche tempo fa ho letto la classifica delle società che spendono di più in consulenze per i procuratori e il Torino ha investito in questo svariati milioni. Credo che con una squadra di osservatori efficiente si ridurrebbero i costi e si otterrebbero anche risultati migliori". 

A fine partita il Torino si è preso i fischi della curva Maratona. 

"Credo che in certe situazioni il tifoso insoddisfatto faccia bene a palesare il suo dissenso purchè lo faccia nelle forme adeguate. Ad esempio non mi sono mai piaciute le contestazioni ad personam, rivolte ad un singolo giocatore. Ma prendersela con tutta la squadra può avere l'effetto di un pungolo collettivo". 

Non hanno convinto alcune scelte di Mazzarri, tra cui quella di collocare Ansaldi nel ruolo di trequartista. 

"Credo che Mazzarri stia semplicemente cercando in tutti i modi la soluzione giusta per dare la scossa alla squadra. Inoltre, secondo me è stato Ansaldi a finire troppo spesso fuori posizione; il tecnico gli aveva chiesto di collocarsi tra le linee di centrocampo e attacco, ma nel primo tempo ha finito troppo spesso per schiacciarsi sulla linea degli attaccanti".

Considerando il momento non brillante di Falque e Belotti e il buon ingresso di Zaza contro il Cagliari, punteresti ora sulla coppia formata dal lucano con Belotti?

"Sai bene che non sono mai stato un fan sfegatato di Zaza. In più, credo che Falque e Verdi abbiano dato prova di avere doti importanti. E possono riconquistare la forma migliore solo giocando: alle loro spalle hanno ben poche partite negli ultimi sei mesi". 

In generale, possiamo concludere dicendo che la reazione nervosa che si è vista nel secondo tempo contro il Cagliari può fare ben sperare?

"Una reazione si è vista e secondo me se ne vedrà un'altra ancora migliore a Roma. Il Torino è una squadra con giocatori che hanno dimostrato sul campo di avere valori importanti che non si possono perdere così, all'improvviso. La storia ci insegna che nell'arco di un campionato ci sono momenti più o meno facili. E io ho la sensazione che il momento più buio del Torino forse sta passando". 

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