"E adesso il Torino che fa? Continua a lottare o il campionato può considerarsi finito a Verona? E' quello che si chiedono in molti, fra i tifosi granata. La classifica piange e vede i granata al nono posto, sprofondati a otto punti di distanza dal settimo posto, ultima piazza utile per la qualificazione europea. La posizione attuale è del tutto in linea con quella delle ultime tre stagioni, finite rispettivamente dal Torino con un nono, un dodicesimo e un altro nono posto. Se l'andazzo è quello visto nelle teste e nelle gambe dei giocatori a Verona, non solo sarà impossibile puntare a scalzare le squadre che in classifica stanno davanti, ma sarà da considerarsi un ottimo risultato se si riuscisse a tenere a distanza le ultime due partite.
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Torino, la stagione non si può buttare: intervenga la società
Il fatto / Ci sono una maglia e dei tifosi da onorare, così come il club onora i contratti che prevedono lauti stipendi
"TIMORE FONDATO - Il timore di molti, nella piazza granata - fondato, se si considera quanto accaduto nelle ultime stagioni - è di vivere un finale di stagione senza obiettivi e senza motivazioni. I tifosi hanno iniziato a fare la loro parte, con il confronto ottenuto ieri sera con la squadra. Ora è la società a dover intervenire per prevenire ogni pericolo di lassismo. Ci sono una maglia e dei tifosi da onorare, così come il club onora i contratti che prevedono lauti stipendi. Il club intervenga, nei modi e nei termini giusti, dopo gli errori fatti a monte di questa stagione.
"IL PASSATO INSEGNA - Primo fra tutti l'affidarsi totalmente per il progetto di questa stagione a Sinisa Mihajlovic, progetto fallito nonostante una squadra costruita in estate su immagine e somiglianza dell'allenatore. Sacrosanto fare il mercato insieme a lui, mentre è risultata rivedibile la scelta di confermare il tecnico serbo dopo una prima annata terminata in modo inglorioso. Poi l'immobilismo solo parzialmente giustificato nel mercato di gennaio. Ora tocca ai giocatori: il campionato resta da onorare finchè la matematica non taglierà fuori il Toro dalla corsa europea: le dodici partite che rimangono, alcune delle quali molto importanti, lo richiedono. E' il club che deve assicurarsi che il messaggio passi nelle teste dei giocatori, a differenza di quanto successo negli anni passati.
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