Torino, Mandragora capitan futuro: quando lui non c’è la squadra dà il peggio
Torino, Mandragora capitan futuro: quando lui non c’è la squadra dà il peggio
Tra i più carismatici del gruppo, il napoletano erediterebbe la fascia da capitano in caso di addio di Bremer e Belotti. E ultimamente la sua assenza ha pesato...
Luca Bonello
Anche se sporadicamente, Rolando Mandragora ha già avuto l'onore di indossare la fascia di capitano del Toro in questa stagione, in particolare quando né Bremer né Belotti erano a disposizione. Sull'onda di questa situazione e del possibile addio dei suoi due compagni di squadra, l'ex Udinese si candida per essere il capitano del futuro del Torino, magari già a partire da giugno, quando il club granata eserciterà il riscatto (obbligatorio, per una somma che dovrebbe corrispondere a 9 milioni) del giocatore dalla Juventus, facendolo diventare ufficialmente un calciatore di proprietà.
CAPITANO - A livello caratteriale, Mandragora è certamente uno dei calciatori più carismatici del gruppo e, per questa ragione, nonostante sia approdato sotto la Mole di recente, nel gennaio 2021, si è conquistato il titolo di terzo capitano del Torino, alle spalle solamente di due mostri sacri del club come Bremer e Belotti. Proprio i suoi due compagni però, in estate potrebbero lasciare la piazza e questo porterebbe con ogni probabilità Mandragora a diventare il capitano "ufficiale". Questa sarebbe una bella soddisfazione per il ragazzo, da sempre apprezzato per le doti emozionali oltre che per quelle tecniche.
LEADER - Quando Mandragora gioca, il Torino sa di avere un punto di riferimento in mezzo al campo, sia dal punto di vista tattico, dato che occupa una posizione fondamentale per lo sviluppo del gioco della squadra, sia da quello caratteriale, perchè il napoletano è sempre tra i primi a dare indicazioni e supporto ai compagni. Per questa ragione, forse non è un caso che dopo la sua uscita dal campo a Genova (al 51') la squadra si sia spenta totalmente. Un episodio che ha confermato che in questa fase di stagione particolarmente difficile, iniziata con il pareggio con il Sassuolo, il Toro ha patito molto l'assenza del napoletano. Nell'ordine: con il Sassuolo Rolando è uscito al 70' quando il Toro era ancora in vantaggio 1-0 e poi i neroverdi hanno pareggiato, con l'Udinese i granata hanno subito i 2 gol che hanno deciso la partita nei minuti di recupero dopo la sua espulsione e con Venezia e Cagliari, partite in cui era squalificato, il Toro è uscito sconfitto. Quando ha giocato 90' invece, contro Juventus, Bologna e Inter, i granata hanno sempre fornito buone prestazioni e non hanno mai perso. Forse non è del tutto un caso, forse il Torino si sta rendendo conto che occorre mettere Mandragora al centro della squadra di oggi e di domani.
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