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Cairo a 360°: “Il modello è il Grande Torino. Verdi? A volte chi cede deve prima acquistare”

Gianluca Sartori

"Ancora il presidente Cairo, sulle cessioni evitate. "Sì, ho rinunciato a molti milioni. Questa idea mi è venuta quando andammo al Cimitero Monumentale per il settantesimo anniversario della tragedia di Superga. Un giorno sempre importante perchè ricordi dei ragazzi che non ci sono più ma è come se ci fossero. Io vedendo le tombe dei giocatori mi sono incuriosito per le età molto giovani. E sono andato a rivedermi le formazioni del Grande Torino degli anni in cui vincevano. E ho visto che la società a volte non toccava nulla, a volte inseriva un giocatore. Punto. La formazione del Grande Torino è sempre stata quella: Bacigalupo, Ballarin, Maroso e così via. Hanno inserito solo Menti successivamente, ma la difesa è rimasta sempre quella. Così come Loik, Mazzola, Gabetto. In cinque anni. Insomma, la solidità e la continuità sono la cosa più importante. Quest'anno noi abbiamo la stessa squadra che ha lavorato per un anno e mezzo col mister. Vedi uno Zaza rinato, un Belotti che è tornato lui in modo prepotente, Baselli che è maturato, due giocatori come Izzo e Nkoulou in difesa. E oltre a loro abbiamo Bremer, Djidji, Lyanco, Bonifazi. Ditemi voi chi in Serie A ha sei giocatori di questo livello. Più il portiere della Nazionale. Forse a pari livello è l'Inter che ha De Vrij, Skriniar e Godin..."

"Secondo il presidente è ormai difficile che altre offerte importanti giungano da qui a fine mercato? "Non posso promettere il fatto del terzo, come si dice in linguaggio legale. Ma i miei "no" sono stati molto decisi. E comunque io sono un uomo del sì, non un uomo del no. Quale è stato il "no" più sentito? Non lo dirò".

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