Stranamore (Pure questo è amore)


Lasciarci le penne
Pietre d’inciampo per gli uomini del 2025
Roberto Vecchioni
dall'album Calabuig, stranamore e altri incidenti, 1978 Philips
Uno dei brevi episodi che compogono Stranamore, canzone-raccolta di storie di amore e non amore, racconta di un uomo accerchiato da un gruppo di fascisti, pronto a subire un feroce pestaggio pur di non rinnegare il proprio ideale. "Ed io pensavo: -Ora gli dico: Sono anch'io fascista-, ma ad ogni pugno che arrivava dritto sulla testa la mia paura non bastava a farmi dire basta", ricorda il protagonista, evidenziando la grandezza di un sacrificio che non nasce dal non avere paura, ma dal non cederle. "Forse non lo sai, ma pure questo è amore", ripete il ritornello: quanto ne richiede il sacrificio di sé!
Oggi è l'ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo: questa scheggia di brano mi ha fatto ripensare a Bruno Neri, centrocampista di ottimo livello (disputò 219 partite in serie A e giocò tre incontri con la Nazionale), che militò per tre anni nel Torino fra il 1937 e il 1940. Bruno entrò nella leggenda quando ancora giocava nella Fiorentina nel 1931: fu l'unico a non alzare il braccio nel saluto romano rivolto alle autorità fasciste convenute per l'inaugurazione dello stadio cittadino. Venne immortalato in una foto storica: gli altri giocatori sorridono, tutti uguali, omologati nel gesto e nell'atteggiamento; lui è l'unico diverso, immobile in una posizione di attenti impacciata, il capo lievemente reclinato come per non vedere ciò che lo circonda.
Non uniformarsi significava palesare un'opposizione che pochi avevano il coraggio di esternare e voleva dire consegnarsi volontariamente alle ripercussioni. L'angoscia, in quell'attimo, certamente lo attanagliava e traspare dalla tensione che gli irrigidisce il viso: il sacrificio non è incoscienza, ma consapevolezza delle proprie azioni e delle conseguenze. E' amore, come canta Vecchioni. E' spaventato, Bruno, eppure "la sua paura non basta" a spingerlo a scimmiottare il gesto che lo avrebbe messo al sicuro. E' infinitesimale eppure immenso lo spazio che separa l'alzare il braccio dal tenerlo attaccato al corpo. Neri morì nel 1944: fece la Resistenza nelle file partigiane e venne ucciso durante uno scontro a fuoco con i nazisti. Nato nel 1910, giocava ancora a football. Aveva una vita calcistica alle spalle, che si era intrecciata saldamente con la storia della nostra squadra: oltre ai veri e propri anni di militanza granata, disputò nel 1936-37 un'annata alla Lucchese di Egri Erbstein, il futuro allenatore del Grande Torino perito a Superga. Chissà se si sarebbe di nuovo legato al Toro, se fosse sopravvissuto alla guerra: è bello immaginarlo chiudere la carriera indossando i nostri colori al fianco di Valentino Mazzola.
LEGGI ANCHE: Buon 2025, cuori granata
Non ebbe modo di vivere perché gli furono strappati i suoi giorni: oggi è il 25 Aprile, giornata dedicata al ricordo di lui e di tanti altri che, come lui, "non dissero basta" e riscattarono con l'estremo sacrificio la libertà e la dignità di tutti noi. Ognuno di loro è un monito per le nostre sicurezze di uomini del 2025, ognuno di loro è come le pietre d'inciampo che costellano i nostri marciapiedi per onorare le vittime dei lager. "Viva l'Italia che resiste", cantava De Gregori. Oggi possiamo unirci al coro senza sobrietà, anche nel ricordo del nostro amato Papa Francesco, che non si faceva dettare le regole da altri: quanto ci mancherà la sua voce libera in un mondo omologante e omologato. Dedico questo articolo alla memoria di mio cugino Paolo Sabbione, avvocato antifascista assassinato dai nazisti nel campo di concentramento di Ebensee, sottocampo di Mauthausen. Non chinò il capo e pagò con una morte orribile il non voler consegnare l'Italia alla barbarie. Non c'è ancora una pietra d'inciampo che lo ricordi a Torino.
LEGGI ANCHE: Uomini nell’alba della vita
Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo
© RIPRODUZIONE RISERVATA