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Torino, i pagelloni di fine stagione – Bava ng, per lui poco margine di manovra

I voti finali / Difficile valutare appieno il suo operato. Ma la cessione di Bonifazi e la chiamata di Longo sono state buone mosse

Gianluca Sartori

Difficile valutare l’operato di Massimo Bava nella sua breve parentesi (nemmeno un anno) da direttore sportivo del Torino. Le due sessioni di mercato che lo hanno visto protagonista (estate 2019 e gennaio 2020) sono state caratterizzate da una politica societaria volta al sostanziale immobilismo e solo tre operazioni in entrata sono state chiuse (Ujkani, Laxalt e Verdi, con quest’ultima che ha visto un ruolo preponderante svolto dal presidente Urbano Cairo). Per questo si può dire che Bava non abbia potuto incidere davvero nella costruzione della squadra. Poi, per una legittima scelta presidenziale (in stagioni così fallimentari è fisiologico che ci siano dei cambiamenti), Bava è stato destituito dal ruolo a maggio è riportato nel ruolo di responsabile del settore giovanile, con l’avvento di Davide Vagnati sulla poltrona da responsabile dell’area tecnica.

A sfavore di Bava ha sicuramente giocato la poca esperienza nel gestire uno spogliatoio difficile come quello di una squadra di Serie A. A suo favore tuttavia va detto che le due principali mosse da lui varate sono state utili. Una è la cessione di Kevin Bonifazi alla Spal, grazie alla quale il Torino ha potuto ricavare una succosa plusvalenza di oltre dieci milioni dalla cessione di una riserva. L’altra è stata la chiamata di Moreno Longo sulla panchina del Torino. Il tecnico torinese, infatti, alla lunga è riuscito a tamponare le numerose falle di una stagione da dimenticare, riuscendo a conquistare la salvezza.