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Inzaghi agguanta Juric, ma perde ai microfoni: sul rigore vittimismo inopportuno

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Il confronto tra i due tecnici dopo l’1 a 1 dell’Olimpico-Grande Torino tra i granata di Ivan Juric e i nerazzurri di Simone Inzaghi

Andrea Calderoni

Il Torino si è confermato squadra che sa far male alle grandi del nostro calcio, con la speranza un giorno di entrare in questa ristretta cerchia attraverso le idee tattiche e i presupposti di gioco di Ivan Juric. Come all’andata, i granata hanno messo sotto i campioni d’Italia e avrebbero meritato qualcosa in più (l’esito della gara è stato oltremodo condizionato dal mancato fischio del calcio di rigore ai danni di Andrea Belotti). C’è un aspetto sottolineato da Tommaso Pobega nel corso dell’intervista flash all’intervallo che spiega molto bene come l’allenatore croato abbia provato ad imbrigliare il proprio collega. “Abbiamo lavorato tutta la settimana per essere veloci nella riconquista palla” ha detto il centrocampista di proprietà del Milan. Juric ha insistito su un principio cardine del proprio calcio per fare male all’Inter e soprattutto nel primo tempo la strategia tattica è funzionata alla grande.

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FINALI - I finali di partita stanno iniziando a diventare un problema in casa Torino. Sono tanti, infatti, i punti persi nell’ultimo segmento di partita e quelli di ieri sera, domenica 13 marzo, se possibile, bruciano più di tutti gli altri. In una stagione di rinascita sconfiggere l’Inter davanti ai propri tifosi (mai così tanti in stagione) avrebbe dato tanto colore al campionato del Torino.  “Sicuramente c’è questa sensazione di spreco e di incompiuto - ha affermato Juric al triplice fischio -. Fino a questo punto ci è girata male al di là di tutte le cose che abbiamo fatto. Abbiamo perso tanti punti negli ultimi minuti, ci manca gestione della palla, essere più furbi, tante piccole cose che potevano portarci vicini a quelle squadre”. Del resto, in un calcio fortemente aggressivo e verticale, modificare il modo di giocare per gestire il risultato può essere un po’ più complicato perché presuppone un abbassamento del ritmo, che il Torino ancora non può permettersi.

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INZAGHI - Hanno lasciato interdetti, invece, le parole di Simone Inzaghi sull’episodio del rigore. “Le decisioni le prende l'arbitro, noi abbiamo già pagato a caro prezzo altre volte”: sono parole intellettualmente non oneste che stonano con altre spese dallo stesso Inzaghi in circostanze avverse dalle sue squadre. In altre parole, qui l'ex allenatore della Lazio predica bene, ma molto spesso razzola male. Dal punto di vista della lettura del match, Juric a differenza del recente passato ha attinto a piene mani dalla panchina: dal cambio obbligato di Djidji con Izzo all’inserimento all’83’ di Sanabria per Belotti. Un cambio che col senno di poi non è stato fruttuoso vista la palla persa dal paraguaiano nell'azione del gol di Sanchez. Pobega sulla trequarti è stata una mossa molto intelligente del croato in un match dai grandi contenuti fisici e ha evidenziato ancor di più l’assenza di Marcelo Brozovic, rendendo più complicato il compito di chi l’ha sostituito. La panchina ricca di talento di Inzaghi ha fatto alla lunga la differenza. D’altronde ha potuto inserire gente come Gosens, Vidal, Correa e Sanchez, autore dell’1 a 1.

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