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Decameron granata – Il ricordo del Grande Torino: “Spento quel sogno, nacque il suo Mito”

foto Paolo Pavan

L’iniziativa / La quarantasettesima e ultima puntata della nostra raccolta di novelle tra i lettori

Marco De Rito

"Cosa narra il Decameron? Narra di un gruppo di giovani che per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera che in quel periodo imperversava nella città, e che a turno si raccontano delle novelle di varie tematiche. Sull’idea di Giovanni Boccaccio vorremmo strutturare qualcosa di simile insieme a voi. Il Decreto #iorestoacasa ci costringerà giustamente a rimanere nelle nostre abitazioni fino al 3 aprile. E allora perché non sforzarci con la memoria e provare a ricostruire alcuni nostri frammenti di vita rigorosamente granata. Momenti che giacciono nella nostra testa, ma potrebbero tenere compagnia e regalare emozioni ad altri “colleghi di fede”. Come Toro News, vorremmo creare un casolare virtuale granata, sull’esempio di Boccaccio, così come le storie che vorremmo che voi condivideste con noi e con tutti gli altri “fratelli” del Torino. Un modo per tenerci impegnati e per liberarci per qualche momento dei cattivi pensieri. Continuiamo dunque con la quarantasettesima e ultima puntata giornata di novelle.

"AI CADUTI IN GLORIA

"O Grande Torino, genio mio amato,

come il buon vino Tu hai inebriato

"chi orgoglioso ti ha visto giocare e, uscendo dal buio, ha ripreso a sognare ;

"del pallone Tu eri la gioia

altro che piatto altro che noia,

"in undici sempre sull'erba correvi

ma un unico corpo a tutti parevi

"per mirabil fusione dei tuoi componenti

eternamente Forti, Uniti e Vincenti.

"Scendevi e salvi l'Italia giocando

e l'ardore negli animi crescevi vincendo

"preso ogni volta con solida mano

dal Tuo Valentino quel Gran Capitano

"che fiero le maniche si arrotolava

quando dal mucchio un corno suonava

"e spinto da Loik, Menti e Maroso

raffinato terzino e giovane sposo.

"Poi venne un giorno da oggi lontano

rotto da un suono dopo quel tuono:

""il Torino è caduto...il Torino è perito..."

e spento quel sogno nacque il suo Mito

"poiché dal fuoco e dal fumo sul Colle

qualcuno più Grande nel cielo lo volle.

"Così fu deciso

spegnendo il sorriso

"di madri, figli e parenti

per una volta tutti perdenti;

"scese allora una folla e un immenso dolore

e tutto si tinse di un solo Colore

"ancor oggi coperto di Alloro

e per sempre gridiamo : DAI...FORZA TORO!!!

"Mauro Musso

"Uno spunto sul 4 maggio ai giorni del covid sulle note di Mina...

"“E se domani io non potessi rivedere te...”

"Chi l'avrebbe mai detto. La preoccupazione più grossa, quando dopo carnevale iniziava a latitare la riapertura delle scuole, era assolutamente questa: sta a vedere che dopo 5 batoste di fila, ora mi rinviano le sfide con Parma e Udinese. E quando torniamo a fare punti? Come potrà Longo mettere il suo zampino per aiutarci a rialzare la testa? Ce la faremo a salvarci? Puntuale come un orologio svizzero è arrivato il rinvio, prima, i rinvii poi. La sospensione, come ultima mazzata. Sembrava mi mancasse l'aria. Va bene non uscire, ok la paura del virus, vada anche il timore economico ma, no: senza Toro no. Non possiamo stare! Non me ne frega niente vincere o perdere, serie A o serie B. Va bene tutto, basta che nel mio tutto ci sia il Toro.

"“E se domani e sottolineo se , all'improvviso perdessi te?”

"Sono passati più di due mesi, siamo ormai alla vigilia della Memoria .Si perchè il 4 Maggio non è un giorno di ricordo. Il 4 Maggio è la Memoria che si riaccende, che torna viva, vera, di generazione in generazione. Solo i Valori veri fanno questo miracolo, e i Campionissimi sono semplicemente umili strumenti di tutto ciò. E non importa non poter salire al colle. Il colle è in ognuno di quei bimbetti che anche questo 4 Maggio vestirà il granata proposto loro dal padre, ereditato a sua volta dal nonno. Il colle non è in cima a qualcosa di luccicante ed evidente, da mostrare. Il colle è qualcosa di intimamente personale, gelosamente custodito nei meandri più personali dell'animo. Gli stessi che urlano il bisogno di essere condivisi con amore e discrezione per sentirsi veracemente fratelli.

"“Mettiamo il caso che mi sentissi stanco di te”

"Sono passati più di due mesi, dall'ultima partita di campionato, persa. Ma non è la sconfitta a mancarmi. E non mi mancano certo quei quattro pupazzetti riempiti di soldi: quelli si che mancano clamorosamente nelle mie tasche. A loro invece escono copiosamente dalle orecchie. Ma non li giudico per questo, glielo abbiamo permesso noi. In questi mesi sono mancate cose ben più preziose di un pallone che rotola tra un diritto televisivo e uno sponsor terrorizzato dalla possibilità di uno stop prematuro. Sono mancati gli affetti, le relazioni, le sicurezze. A taluni è mancata persino l'aria. Non ho perso la Memoria, quella è sempre più salda. Per quello che lunedì, so bene cosa fare. Non perchè ci sia una cosa giusta rispetto a quelle sbagliate. Ma perchè c'è qualcosa che si fa e basta, semplicemente perchè è! E da martedì, sinceramente, ho voglia di riprendermi quello che questi mesi mi hanno tolto. E con tutto il rispetto di Verdi e compagni, se per il Dio denaro si troveranno a giocare tra luglio e agosto, forse l'occhio potrà tornare a cadermi sul televideo. Ma di certo non distoglieranno più la mia attenzione da ciò e da chi conta davvero. Tornerò ad appassionarmi del gioco del calcio. Dei miei figli che corrono dietro alla palla nei campetti di periferia. Dei campioni che dopo una giornata di fabbrica si alleneranno con gli amici dalle 21 alle 23. Il granata continuerà ad avere un'attrazione fatale, anzi fetale. La Memoria non si perde. Ma tra le tante altre cose...”non solo te”.

"F

"Il 4 Maggio juventino

"Oggi in tutta Italia, anzi, in tutto il Mondo

è un giorno qualunque..ma non a Torino!

Già perché settantuno anni fa alle ore 17:03, un aereo Fiat G.212 con a bordo 31 persone,

si schiantava contro la basilica di Superga posta sulla collina torinese. Si trattava di una squadra di

calcio, una squadra di Torino..IL GRANDE TORINO!

"Crescendo ho poi capito perché gli fu affibbiato questo soprannome; difatti sono noti a tutti

i vari record di punti, il “famoso quarto d’ora granata”, per non parlare della Nazionale Italiana

composta in gran parte e per lungo periodo in quegl’anni da giocatori del Torino.

E’ altresì vero che la bacheca Juventina non ha nulla da invidiare ai nostri cugini, anzi..

eppure nonostante i trofei e le vittorie, provo un velo di invidia, forse perché Loro hanno quello

che molti vorrebbero, il rispetto di tutti, un posto nella Storia, la Gloria che solo ai grandi è dovuta.

Il fatto di essere nato e di vivere di fronte al famoso e ormai non più “vecchio Filadelfia” alimenta

in me questa simpatia al quanto bizzarra, ammirazione, rispetto appunto verso Loro; il papà

granata che A BUON PREZZO ti portava allo stadio è il tassello finale.

Quel Giorno e in quelli precedenti, nel quartiere si respira un’aria diversa, un’atmosfera comunque

di festa, i balconi si riempiono di bandiere, tabacchini, pizzerie, il famoso bar Sweet ritrovo

degl’Ultras, tutto si colora di Granata; chissà come sarebbe l’immagine vista dal satellite.

Tutto traspira di Toro.

"Purtroppo la tradizione vuole che Quel Giorno, prima dopo o durante la festa, piove; anche questo

vuol dire essere tifoso del Toro, la sfiga che ti perseguita come la nuvola nera perseguitava

Fantozzi.

Via Filadelfia viene chiusa al traffico, si riempie di persone di tutte l’età e di ogni generazione,

ognuno con il suo vessillo in vista e ammetto che mi sento a disagio in mezzo a Loro, ma neanche

troppo.

"La sensazione è che non sono l’unico intruso, fra curiosi, turisti e tifosi di altre squadre che come

me nutrono questa forma di rispetto verso il mito. E poi c’è il classico allenatore da bar,

c’è chi vende i “prodotti ufficiali”, chi è già alla terza birra almeno, c’è anche mio padre e ci sono

bambini ovunque che si rincorrono e giocano a pallone quasi a ricordarci che alla fine è di un gioco

che si tratta.

"Si sprecano i cori contro la Vecchia Signora e ovviamente rosico ma ingoio il rospo se voglio

sopravvivere. Si alternano ospiti d’onore, show, la classica partitella in famiglia con i ragazzi del

bar, la musica, l’inno che a fine giornata anche tua moglie ha imparato a memoria e via così..

Come sempre si prosegue con la Marcia verso Superga per rendere omaggio alle tombe degl’eroi

caduti;qui negl’anni si sono susseguiti diversi personaggi noti del mondo dello Sport e non solo,

come solo ai Grandi.

"Anno dopo anno ho dapprima assistito dal balcone e man mano partecipato in mezzo alla gente a

questa grande commemorazione, vedendo sui loro volti il tempo che passa, sempre la stessa

passione sfrenata, sempre li stessi e anche di più.

Come tutte le cose nella vita, ti rendi conto di quanto fossero belle ed importanti solo dopo averle

perse.

"Il 2020 verrà ricordato come l’anno del Corona virus, e allo stesso modo Loro se lo ricorderanno

anche come la prima volta che non hanno potuto rendere omaggio al GRANDE TORINO e

per me che da quassù osservo le strade deserte del mio quartiere, i balconi vuoti,

lo stadio dormiente e lo Sweet chiuso, è un giorno più triste anche se sono juventino.

"Andrea Gallo

https://www.toronews.net/mondo-granata/decameron-granata-raccontateci-il-vostro-grande-torino/

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